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"La poesia di Lucia Stefanelli Cervelli, pur vivendo la concretezza del suo tempo, non perde mai le coordinate di appropriazione del sé, quasi a chiedere di essere considerata un pellegrinaggio di stazioni del vissuto. Un vissuto senza rimpianti, senza illusorie prospettive, forte di una individuazione che vuol discernere la perennità dell'humanitas dalla varianza del procedere. Il riferimento indiscusso di valore che tale poesia intende salvare è quello assoluto della persona. Senziente e pensante. 'Fuori di persona', dunque, si presenta come il disperante tentativo di un esproprio che consenta finalmente il ritorno. Un ritorno possibile soltanto se si riesce a deporre l'orpello del possedersi, l'ingombrante bagaglio che si raccatta giorno per giorno nell'atto del rintracciarsi". (Dalla prefazione di Marcello Fasolino)